Venice Immersive 2024: la Laguna celebra le narrazioni immersive
- FOCUS
- 16 Settembre 2024
Le esperienze in VR (realtà virtuale) creano ambienti virtuali tridimensionali e trasportano gli utenti in mondi completamente digitali. Indossando visori VR, gli utenti vengono trasportati in un mondo fittizio, perdendo il contatto con la realtà.
Le esperienze in AR (realtà aumentata) sovrappongono contenuti digitali 3D al mondo reale attraverso dispositivi come smartphone, occhiali AR o visori. L’utente può interagire con elementi virtuali che si sovrappongono alla realtà, senza perdere il contatto con l’ambiente reale.
XR (extended reality) è un termine ombrello che include tutte le tecnologie immersive quali VR, AR e le esperienze miste.
I video 360° catturano immagini a 36o° all’interno di un ambiente, permettendo agli spettatori di esplorare la scena guardando in tutte le direzioni e da diversi punti di vista. Questa tipologia di ripresa offre un’esperienza immersiva che simula la presenza in un luogo reale o virtuale.
I mondi virtuali sono ambienti digitali tridimensionali creati tramite modellazione 3D. Mediante visori gli utenti possono interagire con gli oggetti e con le persone all’interno dello spazio virtuale.
Le installazioni interattive occupano uno spazio fisico e combinano elementi reali con componenti digitali per creare esperienze coinvolgenti. Gli utenti partecipano attivamente, influenzando la narrazione attraverso movimenti o tocchi; la combinazione di elementi fisici e digitali offre un’interazione unica, trasformando l’ambiente in un’opera d’arte vivente e interattiva.
Nel contesto dell’81° Mostra, che si è tenuta dal 28 agosto al 7 settembre 2024 nella pittoresca cornice dell’isola del Lazzaretto Vecchio, sono stati ospitati 63 progetti provenienti da 25 paesi diversi; di questi, 26 erano in concorso, 30 facevano parte della sezione “Best of Immersive” (10 “Best of Experiences” e 20 “Best of Worlds”), e i restanti 7 erano afferenti alla sezione “Biennale College Cinema Immersive”.
Opere in concorso
Tra le opere in concorso, Oto’s Planet di Gwenael François, progetto vincitore dell’Immersive Special Jury Prize, ha colpito i visitatori per la sua capacità di fondere spazio e tecnologia in una “interactive spatial tale” in VR, dove gli utenti possono interagire con un mondo immaginario e osservare l’incontro tra un eremita e un astronauta, riflettendo sul destino dell’umanità.
Passeggiando per una foresta sulle montagne di Taiwan, i visitatori dell’installazione The Guardians of Jade Mountain di Hayoun Kwon hanno avuto la possibilità di conoscere una storia di amicizia improbabile basata su eventi reali: il legame tra Chief Aliman, capo del clan Bunun, e Ushinosuke Mori, antropologo giapponese, durante il periodo dell’occupazione giapponese di Taiwan, e con esso i significati storici, politici e culturali legati alla montagna.
L’attenzione a tematiche sociali e politiche è emersa in numerose rappresentazioni, tra cui l’installazione Fragile Home di Ondřej Moravec e Victoria Lopukhina in cui si esplora la tensione tra la tranquillità della vita domestica e la devastazione della guerra. Catapultato in una casa ucraina che cambia aspetto con l’evolversi del conflitto, l’utente diventa partecipe della distruzione e del trauma della guerra inflitto ai civili.
Tra le opere impegnate si è distinta All I Know About Teacher Li di Zhuzmo, un documentario interattivo in realtà mista della durata di 20 minuti che svela come uno studente d’arte cinese in Italia abbia scatenato una delle più grandi proteste democratiche in Cina grazie alla sua incessante condivisione su Twitter di notizie avverse alle stringenti politiche anti-Covid nel 2020. La combinazione di illustrazioni disegnate a mano, filmati d’archivio e interazioni dell’utente permettono di esplorare l’impatto globale che può avere l’attivismo sui social media.
Video 360°
Tra i video 360° in concorso spiccano due esperienze molto diverse: Champ de Bataille di François Vautier immerge gli spettatori nel caos della guerra attraverso la VR, facendo vivere la devastazione del campo di battaglia di Verdun attraverso gli occhi di un giovane soldato; Une Eau La Nuit di Chélanie Beaudin-Quintin e Caroline Laurin-Beaucage trasporta il pubblico in apnea in una piscina pubblica dove corpi danzanti esplorano la trasformazione attraverso il movimento e l’acqua.
Opere “Best of Experience” e il meglio di Biennale College Cinema Immersive
Tra i progetti di punta della sezione fuori concorso “Best of Experience” spicca Museum Alive Immersive with David Attenborough, fruibile come app sui dispositivi Apple e su Apple Vision Pro, che mira a riportare in vita animali estinti nel salotto della propria casa. Guidati dalla voce di David Attenborough, gli utenti possono interagire con creature preistoriche, scoprire i loro habitat ed esplorare la loro presenza sul nostro pianeta. Mediante un narratore d’eccellenza e immagini e video di altissima qualità, l’app offre un’esperienza unica, educativa e coinvolgente.
Nella sezione dedicata a Biennale College Cinema Immersive è doveroso citare The Gossips’ Chronicles di Corinne Mazzoli, uno dei pochi contributi italiani alla manifestazione. Il progetto location-based fonde realtà e VR guidando gli spettatori in un tour interattivo di un museo delle torture, integrato con una narrazione VR che esplora la storia dei Gossips, un popolo estinto del V secolo d.C. La commistione tra oggetti storici ed elementi narrativi mette in discussione il confine labile tra verità e finzione, facendo vivere all’utente un’esperienza quasi mistica.
L’incredibile varietà di progetti presentati – dai mondi virtuali alle installazioni interattive – ha mostrato come la narrazione immersiva stia rapidamente evolvendo verso nuove forme d’arte capaci di coinvolgere e trasformare lo spettatore, ma anche come il concetto di immersività non presenti degli stilemi o delle linee guida e possa essere interpretato in innumerevoli declinazioni.