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Oltre lo Schermo: la Scuola di Cinema Luchino Visconti porta la VR al cinema Anteo

Il 12 dicembre 2024, presso l’Anteo Spazio Realtà Virtuale, si è tenuto l’incontro Oltre lo Schermo, un’occasione per scoprire i progetti in VR realizzati dagli studenti e dalle studentesse della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti.

La serata ha visto la partecipazione di docenti e studenti che hanno collaborato alla realizzazione delle opere immersive in programma, con un focus sul percorso che porta dalla progettazione alla fruizione del pubblico.

Le opere in programma

L’incontro ha dato l’opportunità di approfondire il processo creativo che ha portato alla realizzazione dei corti VR 360° realizzati dagli studenti e dalle studentesse della Civica Scuola di Cinema:
  • Moondust (2019): rievoca la quarantena degli astronauti dell’Apollo 11, sospesi tra isolamento e memoria. Il cortometraggio mescola elementi documentaristici con una narrazione più libera, sconfinando nella fiction per ricreare l’esperienza emotiva dei protagonisti;
  • Amelia, Have You Flown Far? (2020): accompagna il viaggio pionieristico di Amelia Earhart, la prima donna a volare in solitaria sull’Atlantico.  La componente documentaristica si intreccia con una dimensione narrativa che enfatizza l’esperienza soggettiva del personaggio;
  • Inside Stravinsky (2021): un’opera interamente animata che immerge lo spettatore nei pensieri del celebre compositore, ricreando una notte cruciale della sua vita attraverso una dimensione visiva onirica;
  • Grosse (2024): il documentario esplora il mondo del bodybuilding femminile, mettendo in discussione gli stereotipi legati al corpo e alla femminilità. Qui la narrazione immersiva viene utilizzata per trasportare lo spettatore nella quotidianità delle atlete, senza filtri o ricostruzioni narrative. 
   

La scrittura in VR: una nuova grammatica per il cinema

Tra i temi centrali dell’incontro, moderato da Valeria Polidoro, XR curator e programmer di Filmmaker Festival, si è parlato di scrittura per la realtà virtuale, una sfida che richiede un approccio diverso rispetto alla sceneggiatura tradizionale. La discussione ha sottolineato come la VR non sia solo una tecnologia, ma un nuovo linguaggio narrativo, capace di ridefinire il concetto di fruizione cinematografica.

Claudio Cipelletti, tutor del progetto e docente di montaggio, ha evidenziato come la VR imponga un cambio di prospettiva nella scrittura e nella regia, costringendo autori e spettatori a ripensare il concetto stesso di messa in scena. Scrivere per la VR significa abbandonare l’idea di inquadratura tradizionale; non è più possibile guidare lo sguardo dello spettatore con il montaggio, ma bisogna costruire l’esperienza in modo che sia lui a scegliere dove guardare. È una narrazione spaziale più che lineare. Questo approccio è evidente in progetti come Inside Stravinsky, dove la realtà e la dimensione onirica si sovrappongono senza una rigida separazione tra le due. 

Anche Giulia Brusco, regista di Grosse, ha parlato delle difficoltà di costruire una storia immersiva, paragonando le scene a “spazi da abitare”, non solo da osservare. In Grosse questo approccio vuole coinvolgere il pubblico nell’esperienza delle bodybuilder: non si limita a guardare le atlete, ma entra nella loro vita, fa esperienza diretta degli sforzi, delle soddisfazioni e della tensione prima di salire sul palco. Come ha sottolineato Chiara Ligi, tutor di Grosse e docente di sceneggiatura, non esiste più un confine tra spettatore e racconto: il pubblico diventa parte della storia, con una libertà di esplorazione che cambia il modo di percepire le emozioni.

Questa attenzione all’immedesimazione è stata fondamentale anche per Moondust, come ha spiegato Andrea Pica, aiuto regista, che ha sottolineato come fosse cruciale far vivere allo spettatore la claustrofobia della quarantena degli astronauti e il senso di isolamento. Questo è stato reso possibile dalla VR, che illude lo spettatore di essere nella angusta stanza con loro. Allo stesso tempo, la VR richiede al regista di guidare lo spettatore attraverso l’esperienza: non può essere costretto a guardare un punto fisso, ma deve essere libero e invogliato a esplorare ogni angolo dello spazio virtuale.

Valeria Polidoro, Claudio Cipelletti, Chiara Ligi, Andrea Pica e Giulia Brusco

Dalla scuola alla distribuzione: il ruolo chiave dei festival e degli spazi VR

Un altro tema cruciale dell’incontro è stato quello della distribuzione dei contenuti immersivi, che rappresenta ancora una sfida nel mercato audiovisivo. Valeria Polidoro ha spiegato come il Filmmaker Festival sia diventato un partner strategico per portare queste opere al pubblico, poiché non è sufficiente produrre esperienze VR di qualità, bisogna trovare i luoghi giusti dove mostrarle. In quest’ottica, l’esistenza di realtà come quella di Anteo Spazio Realtà Virtuale è fondamentale, perché garantisce uno spazio permanente per la fruizione della VR. Il fatto che i progetti rimangano in programmazione, proprio come i film tradizionali, permette di far conoscere questa nuova forma di arte cinematografica a un pubblico sempre più ampio.

Il problema principale resta però la distribuzione su larga scala. Come ha giustamente sottolineato Riccardo Bini, autore di Grosse, i visori VR sono ancora poco diffusi tra il pubblico generalista; quindi, la sala resta il miglior modo per mostrare queste opere. Ciononostante, la distribuzione che mira a portare le opere VR nelle case resta un progetto ambizioso e auspicabile: secondo Bini, piattaforme online dedicate alla VR potrebbero essere una buona soluzione.

L’incontro è stato un’opportunità preziosa non solo per approfondire il processo creativo e produttivo di questi progetti, ma anche per confrontarsi con la scena VR locale, che si è rivelata viva e ricca di sperimentazione.

Un appuntamento da non perdere

I corti VR sopracitati non sono più in programmazione, ma è possibile immergersi nei nuovi progetti della Scuola Civica con “Connessioni d’Amore”: il risultato della collaborazione tra 26 studenti e 8 tutor, che hanno lavorato insieme alla regia, sceneggiatura, multimedia, suono, ripresa, montaggio e produzione.
Connessioni d’Amore esplora un caleidoscopio di emozioni, identità e relazioni, invitando il pubblico a riflettere sulle molteplici sfaccettature dell’amore. Un progetto che celebra un San Valentino per tuttɜ e di tuttɜ, attraverso un linguaggio innovativo e immersivo. 

Gli 8 video VR sono in programmazione presso l’Anteo Rai Cinema Spazio Realtà Virtuale fino al 16 marzo 2025, non perdeteli!

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Elena Radaelli
Dottoranda in Scienze del patrimonio letterario, artistico e ambientale, PNRR CHANGES Spoke 2 WP4

Umanista con interesse per il digitale, si dedica a un progetto di ricerca che esplora le intersezioni tra teatro, data visualization e realtà virtuale.

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