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Oltre i confini del palco: come la realtà aumentata sta contribuendo a cambiare il teatro

La realtà aumentata (AR) sta apportando profondi cambiamenti al mondo del teatro, trasformando radicalmente il modo in cui le performance sono non solo create, ma anche vissute. Questa tecnologia – afferente al web 3.0 insieme a metaverso e intelligenza artificiale – consente di sovrapporre elementi digitali al mondo reale, ampliando la gamma di possibilità espressive e creando esperienze immersive senza precedenti. 

L’integrazione di scenografie digitali, oggetti virtuali e interazioni in realtà aumentata all’interno delle rappresentazioni teatrali, consente dunque di dare vita a spettacoli che sfidano i confini tradizionali del palco, che si apre a nuove ed inesplorate dimensioni narrative.

I primi passi della tecnologia: la realtà aumentata inizia dal teatro

La realtà aumentata – o meglio, l’effetto ottico che può essere considerato il suo antesignano – appare in ambito scientifico quando, per la prima volta, viene presentato al pubblico il Pepper’s ghost. Questa tecnica illusoria prende il nome dal suo inventore, John Henry Pepper, lo scienziato che l’ha reso noto al Politecnico di Londra nel dicembre 1862, prima che diventasse popolare nei teatri.

Rappresentazione del sistema Pepper’s ghost (fonte: the-widows-of-culloden.tumblr.com)

ll Pepper’s Ghost utilizza una lastra di vetro parzialmente riflettente per fornire la visione di una persona o di un oggetto nascosto. Si tratta di una tecnica di illusione. È stata utilizzata con successo in spettacoli teatrali, musei, televisione, teatri, parchi di divertimento e concerti. […] L’illusione di base prevede un palcoscenico appositamente organizzato in due stanze, una in cui le persone possono vedere il palcoscenico e una seconda nascosta a lato o sotto il palcoscenico. Una lastra di vetro è posta sul bordo del palcoscenico, con un angolo. [1]

La magia del digitale sul palcoscenico: The Royal Shakespeare Company (RSC) e Magic Leap

L’utilizzo più immediato delle tecnologie di realtà aumentata al servizio del teatro tradizionale si basa sulla bilanciata integrazione tra gli elementi reali e quelli digitali, nelle scenografie e nelle performance. 

La Royal Shakespeare Company ha collaborato con Magic Leap, una delle principali aziende nel campo dell’AR, per creare un’esperienza teatrale innovativa chiamata The Seven Ages of Man. Questo progetto utilizza la realtà aumentata per arricchire le performance dal vivo con elementi virtuali, creando un’esperienza immersiva per il pubblico. Gli spettatori, indossando i visori Magic Leap, possono vedere gli attori interagire con oggetti e ambienti virtuali che appaiono sul palco.

Teatro senza confini: engagement urbano con la realtà aumentata del progetto “Animare un’Isola”

La sperimentazione continua al di fuori del palcoscenico, dove la realtà aumentata viene utilizzata per coinvolgere il pubblico e promuovere l’engagement attraverso installazioni urbane e app interattive. Queste esperienze permettono agli spettatori di vivere il teatro in contesti quotidiani, rendendo l’arte più accessibile e diffusa. 

Animare un’Isola è una mostra urbana all’aperto ideata dal Teatro Fontana in collaborazione con la compagnia servomutoTeatro e l’associazione Meraki, nell’ambito del Progetto 6 di scena! Questo progetto coinvolge il quartiere Isola di Milano, con l’obiettivo di avvicinare gli abitanti al teatro attraverso la creazione di uno spazio di partecipazione collettiva.

L’allestimento prevede cinque installazioni in realtà aumentata distribuite in vari punti del quartiere. Queste, montate stabilmente su totem, si animano grazie a un’applicazione appositamente sviluppata. In questo modo, le immagini statiche si trasformano in animazioni che raccontano le storie e i personaggi storici del quartiere, facendo rivivere il passato nel presente.

Inclusività e innovazione: superare le barriere con l'AR

La realtà aumentata offre infine soluzioni innovative per superare le barriere percettive legate alla disabilità, in particolare quella uditiva. Attraverso l’uso di sottotitoli AR, traduzioni in tempo reale e altre forme di assistenza visiva, il teatro diventa più inclusivo e accessibile. 

Questo l’obiettivo perseguito dal progetto HoloTECA – Holographic Theatre Experience Culture Art, ideato dall’associazione Pavana aps e sviluppato dall’AVR – Augmented and Virtual Reality Laboratory del Dipartimento di Ingegneria dell’innovazione dell’Università del Salento.

«Con l’eXtended reality la fruizione teatrale è più accessibile: sul proscenio prendono vita attori che parlano la Lingua Italiana dei Segni (LIS), capaci di avvicinare gli spettatori con abilità diverse, fidelizzandoli, formando così un nuovo pubblico», spiega il professor Lucio Tommaso De Paolis, docente a UniSalento di Applicazioni di realtà virtuale e aumentata e coordinatore dell’AVR Lab.

Arricchire, espandere, includere: il teatro aumentato rappresenta una opportunità di fusione unica tra il mondo fisico e quello digitale, offrendo al pubblico un livello di coinvolgimento e partecipazione mai visto prima. Questa integrazione tecnologica sta ridefinendo l’esperienza teatrale, portando alla creazione di spettacoli più coinvolgenti, dinamici, immersivi e inclusivi, riflettendo l’evoluzione continua delle arti performative nell’era digitale.

[1] Peddie J., Augmented Reality. Where We Will All Live. Second Edition, Svizzera, Springer, 2023, p. 2. Trad. it.

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Giulia Rossi
Assegnista di ricerca, PNRR MUSA Spoke 5, WP 7

Di formazione multidisciplinare, la sua attività di ricerca si concentra sull'utilizzo delle tecnologie afferenti al Web 3.0 al servizio delle Humanities

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