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Nostra Dea di Massimo Bontempelli: prova costumi con l’IA

Cosa succede quando un testo teatrale incontra l’intelligenza artificiale? Quando un software di generazione di immagini viene applicato alle didascalie che ne descrivono i costumi? Ce lo siamo chiesti a proposito di Nostra Dea (1925) di Massimo Bontempelli, commedia in 4 atti in cui la moda è protagonista.

Dopo un’introduzione al testo e ad alcuni allestimenti storici, proponiamo una “prova costumi” realizzata tramite Midjourney, un esercizio utile sia ai fini di una ricostruzione dei capi immaginati dall’autore, sia in funzione di un’eventuale messinscena guidata da intenti filologici.

L’abito fa il monaco

“Tutte le donne sono molto sensitive” dice Vulcano. Ma Dea, la protagonista della pièce, è diversa da tutte le altre, perché come spiega la cameriera Anna: “Molto sensitiva ai vestiti che porta. È un fenomeno. Se ha un vestito vivace, è vivace, come oggi; se ha un vestito timido, è timida, come ieri: e cambia tutta, tutta: parla in un altro modo; è un’altra. Un giorno l’ho vestita da cinese, s’è messa a parlare in cinese purissimo. Se le mettessi un vestito nero e un velo lungo, andrebbe a singhiozzare al cimitero sopra una tomba”.

La personalità di Dea cambia in base ai vestiti che indossa. Il pretesto consente quindi a Bontempelli di comporre un lavoro in cui i cambiamenti d’umore della protagonista influenzano le dinamiche sentimentali dei suoi amici e conoscenti. Tra situazioni farsesche, triangoli amorosi, intrighi ed equivoci, lo spettatore ha modo di apprezzare le innumerevoli sfaccettature di Dea: dolce, timida e sottomessa quando indossa un vestito grigio tortora; energica e baldanzosa in un tailleur “diritto e molto maschile e giovanile”; si trasforma in una serpe cospiratrice se “vestita di squame verdi luccicanti aderentissime: l’abito finisce con una coda sottile a punta”.

Demiurga della sua identità è Donna Fiora, artista-sarta. Quando Dea è nuda il suo sguardo è “assolutamente inespressivo; ha qualche cosa di abbandonato e insieme rigido, come i manichini”. In maniera circolare, la commedia si apre e si chiude sull’immagine inquietante di un’automa. Nella sua apparente facilità, il testo di Bontempelli solleva allora il problema del rapporto tra essenza e apparenza, tra identità e maschera sociale. I numi tutelari? Giorgio de Chirico e Luigi Pirandello.

Dal Teatro d’arte di Pirandello all’allestimento RAI

Oggi poco rappresentata, l’esordio della pièce è legato ad alcuni dei nomi più memorabili della scena italiana novecentesca. Nostra Dea debutta nell’aprile 1925 per il Teatro d’arte (detto anche degli Undici) di Pirandello, di stanza all’Odescalchi di Roma. La regia è affidata all’agrigentino in persona. Il ruolo di Dea fu interpretato da una poco più che esordiente Marta Abba, da quel momento indissolubilmente legata alla vicenda artistica e biografica di Pirandello. La scenografia era del futurista Virgilio Marchi. Fu un successo: oltre venti repliche.

Lamberto Picasso, Enzo Biliotti e Marta Abba in una scena del terzo atto di Nostra Dea (Roma, 1925), “Comoedia”, n. 11, 1 giugno 1925.

In una nota del 1947, Bontempelli contrappone due modalità di rappresentazione della commedia: una tradizionale e naturalistica, esemplificata dal debutto romano, l’altra simbolico-metafisica, incarnata dalla regia di Sergio Strenkovsky all’Olympia di Milano nel novembre 1925, poco riuscita. Come notato da Luigi Baldacci, è la dimostrazione che il magico bontempelliano può avvenire soltanto in un contesto realistico. A dispetto della militanza futurista, la prima scenografia di Marchi dovette dunque soddisfare le esigenze espressive dell’autore.

Poco si sa, paradossalmente, dei costumi. Sul numero del 1 giugno 1925 di “Comoedia” appaiono una fotografia dal terzo atto della messinscena romana e un ritratto di Marta Abba, in cui è possibile apprezzare l’abito di “squame verdi luccicanti” responsabile della trasformazione in serpe di Dea. Peccato che le “avvertenze per la rappresentazione” accluse alla nota del 1947 raccomandino genericamente alla “sarta” soltanto di garantire “sveltezza” nei cambi d’abito: segno della tardiva affermazione in Italia della figura professionale del costumista.

Ritratto di Marta Abba in Nostra Dea (Roma, 1925), “Comoedia”, n. 11, 1 giugno 1925.

Giustamente tramandato è invece il nome di Maurizio Monteverde, responsabile dei costumi dell’adattamento televisivo di Nostra Dea, in onda sulla RAI nel settembre 1972, per la regia di Silverio Blasi. La straordinaria interpretazione di Rossella Falk è valorizzata dagli abiti ispirati alle prime confezioni di Coco Chanel, in un dialogo coerente con la scenografia storicistica di Franco Dattilo, con i suoi interni in pieno stile 1925.

Rossella Falk, reportage con i costumi di Nostra Dea, fotografia di Angelo Frontoni, 1972, Roma, Centro sperimentale di cinematografia, CC BY-NC-SA. https://www.europeana.eu/item/446/01R0523220007001001

Rossella Falk, reportage con i costumi di Nostra Dea, fotografia di Angelo Frontoni, 1972, Roma, Centro sperimentale di cinematografia, CC BY-NC-SA. https://www.europeana.eu/item/446/01R0523220007001005

L’anno prossimo, nel centenario di Nostra Dea nonché dell’art déco, sarebbe bello assistere a qualche nuova produzione teatrale… magari assistita dall’intelligenza artificiale!

Parola all’AI: incapacità di traduzione e creatività alternativa

Look n°1: Dea indossa un tailleur rosso, la sua personalità è energica e baldanzosa

il vestito […] è di colore rosso chiaro vivace: un “tailleur” dritto e molto maschile e giovanile; prende un garofano bianco da un vaso e glielo infila all’occhiello. […] Sembro un giovinotto. […] ha calzato un cappello rosso, che in armonia con il vestito ne accresce l’impressione di vivacità, giovanilità, baldanza.

Generazione n°1

Generazione n°2

il vestito […] è di colore rosso chiaro vivace: un “tailleur” dritto e molto maschile e giovanile; prende un garofano bianco da un vaso e glielo infila all’occhiello. […] Sembro un giovinotto. […] ha calzato un cappello rosso, che in armonia con il vestito ne accresce l’impressione di vivacità, giovanilità, baldanza.

the dress […] is bright light red: a straight ‘suit’ and very masculine and youthful; he takes a white carnation from a vase and puts it in his buttonhole. […] I look like a young man. […] he has put on a red hat, which, in harmony with the dress, enhances the impression of vivacity, youthfulness, boldness.

Il primo tentativo (Generazione n° 1 e 2) di utilizzo delle note di regia come prompt è evidentemente fallimentare. Il software utilizzato – MidJourney – non è in grado di interpretare la complessità del contesto, lo stile dell’immagine e il genere del soggetto dalle poche righe descrittive che abbiamo a disposizione. Questo, né in lingua italiana (testo originale) né in lingua inglese (traduzione puntuale dal testo italiano).

Generazione n°3

Generazione n°4

Immagine di una giovane donna vicino ad un paravento in camera da letto. Indossa un tailleur dal taglio maschile e moderno di colore rosso chiaro vivace. All’occhiello porta un garofano bianco preso da un vaso di fiori adiacente. In testa indossa un cappello rosso in armonia con il vestito. L’aspetto complessivo è di vivacità, giovanilità, baldanza.

Image of a young woman near a screen in the bedroom. She is wearing a masculine and modern cut suit in a bright red colour. In her buttonhole she wears a white carnation taken from an adjacent flower vase. On his head he wears a red hat in harmony with the suit. The overall appearance is one of vivacity, youthfulness, boldness.

Il secondo tentativo (Generazione n°3 e 4) di generazione vede, quindi una modifica sostanziale del prompt. Abbandonata la strada del pedissequo utilizzo del testo teatrale, il prompt viene generato partendo da una descrizione più dettagliata dell’immagine da generare. Il risultato ottenuto è decisamente più soddisfacente. 

In base ai risultati ottenuti, si ritiene opportuno – in accordo con le buone pratiche per l’utilizzo del software MidJourney – procedere con l’utilizzo di prompt in lingua inglese (Generazione n°4). L’utilizzo della lingua italiana (Generazione n°3), in questo caso, restituisce un risultato che tradisce il contesto descritto nel prompt proponendo una serie di immagini che, per quanto esteticamente accattivanti, sembrano più adatte ad un contesto moderno e pubblicitario che ad una rielaborazione attualizzata della rappresentazione teatrale in oggetto. 

Sulla base della descrizione di Dea, del costume indossato e della relativa personalità, la quarta immagine (in basso a destra) della Generazione n°4 è quella che maggiormente si presta all’ipotesi di una rielaborazione del testo in chiave contemporanea.

Generazione n°5

Generazione n°6

V4 – Image of a young woman near a screen in the bedroom. She is wearing a masculine and modern cut suit in a bright red colour. In her buttonhole she wears a white carnation taken from an adjacent flower vase. On his head he wears a red hat in harmony with the suit. The overall appearance is one of vivacity, youthfulness, boldness.

U3 – Image of a young woman near a screen in the bedroom. She is wearing a masculine and modern cut suit in a bright red colour. In her buttonhole she wears a white carnation taken from an adjacent flower vase. On his head he wears a red hat in harmony with the suit. The overall appearance is one of vivacity, youthfulness, boldness.

Look n° 2 – Dea indossa un abito da sera verde, la sua personalità è quella di una serpe cospiratrice

È vestita di squame verdi luccicanti aderentissime: l’abito finisce con una coda sottile a punta. Dalla scollatura si snoda e continua a spirale una specie di serpente che fa due giri intorno al collo, e la testa del serpente si annida tra i capelli di Dea, facendo acconciatura.

Generazione n°1

Generazione n°2

She is dressed in tight-fitting shimmering green scales: the dress ends in a thin pointed tail. From the neckline a kind of snake winds and spirals around her neck, and the head of the snake nestles in her hair […] making hairstyle.

She is dressed in tight-fitting shimmering green scales: the dress ends in a thin pointed tail. From the neckline a kind of snake winds and spirals around her neck, and the head of the snake nestles in her hair […] making hairstyle.

Anche in questo secondo look, il primo tentativo di utilizzo delle note di regia estrapolate dal testo teatrale – anche se già tradotto in lingua inglese – restituisce un risultato non soddisfacente. Il prompt suggerisce al software Midjourney un’immagine di bozzetto (Generazione n°1) o un’immagine eccessivamente legata al mondo del fantastico e del mitologico (Generazione n°2), proponendo un costume più adatto ad un’eroina di un videogioco o ad una moderna Medusa che alla protagonista della pièce di Bontempelli. Nuovamente, si dimostra necessario l’intervento umano per una maggiore descrizione e contestualizzazione.

Generazione n°3

Generazione n°4

Hyperealistic image of a full-length young woman seen from the front in the hallway of a palace. The background is in shadow but the staircase leading to the upper floor can be glimpsed. The woman is dressed in an animalier dress inspired by a snake: elegant, long and tight-fitting, it is decorated with shimmering green scales and ends at the back with a thin tip symbolising the animal’s tail. From the neckline, a snake-body decoration winds and spirals around her neck, while the snake’s head nestles in her hair, decorating her hairstyle.

Hyperealistic image of a full-length young woman seen from the front in the hallway of a palace. The background is in shadow but the staircase leading to the upper floor can be glimpsed. The woman is dressed in an animalier dress inspired by a snake: elegant, long and tight-fitting, it is decorated with shimmering green scales and ends at the back with a thin tip symbolising the animal’s tail. From the neckline, a snake-body decoration winds and spirals around her neck, while the snake’s head nestles in her hair, decorating her hairstyle

Sono state necessarie più rigenerazioni per raggiungere un risultato che fosse pertinente – anche se non dal punto di vista stilistico – all’immaginario descritto da Bontempelli. Si ricorda infatti che l’autore scrive negli anni ’20 del ‘900, facendo dunque riferimento ad uno stile decò ben definito. 

Per le linee pulite dell’abito, si è scelto prima di isolare e poi di creare ulteriori variazioni dell’immagine n°3 (in basso a sinistra) della Generazione 4.

Generazione n°5

Generazione n°6

U3 – Hyperealistic image of a full-length young woman seen from the front in the hallway of a palace. The background is in shadow but the staircase leading to the upper floor can be glimpsed. The woman is dressed in an animalier dress inspired by a snake: elegant, long and tight-fitting, it is decorated with shimmering green scales and ends at the back with a thin tip symbolising the animal’s tail. From the neckline, a snake-body decoration winds and spirals around her neck, while the snake’s head nestles in her hair, decorating her hairstyle.

V – Hyperealistic image of a full-length young woman seen from the front in the hallway of a palace. The background is in shadow but the staircase leading to the upper floor can be glimpsed. The woman is dressed in an animalier dress inspired by a snake: elegant, long and tight-fitting, it is decorated with shimmering green scales and ends at the back with a thin tip symbolising the animal’s tail. From the neckline, a snake-body decoration winds and spirals around her neck, while the snake’s head nestles in her hair, decorating her hairstyle

Ora un’interessante considerazione in merito all’immagine n°1 della Generazione n°6 (in alto a sinistra). Nonostante appaia a colpo d’occhio la più attinente al prompt, si noti l’importante errore commesso dal software, che propone un’immagine di donna con la parte superiore del corpo – busto e spalle – rivolte verso destra, mentre la parte inferiore del corpo è rivolta verso sinistra. 

Generazione n°7

U1 – Hyperealistic image of a full-length young woman seen from the front in the hallway of a palace. The background is in shadow but the staircase leading to the upper floor can be glimpsed. The woman is dressed in an animalier dress inspired by a snake: elegant, long and tight-fitting, it is decorated with shimmering green scales and ends at the back with a thin tip symbolising the animal’s tail. From the neckline, a snake-body decoration winds and spirals around her neck, while the snake’s head nestles in her hair, decorating her hairstyle.

Si tratta di un errore di generazione inconsueto, in quanto MidJourney tende a fare altre tipologie di errori ricorrenti, come le figure viste nella stessa prospettiva anche se specchiate o l’inserimento di dita in esubero all’interno delle mani. 

Trattandosi di un’immagine esteticamente coerente nonostante l’errore, si decide di ricorrere alla modifica di una parte selezionata di immagine. Inserendo il prompt “More natural sparkle green dress without the snake” il risultato ottenuto è quello visibile nella generazione n°8.

È però possibile notare che il finale dell’abito risulta ancora rivolto dalla parte opposta rispetto all’incedere del soggetto. Si decide quindi di ricorrere  nuovamente alla modifica di una parte selezionata di immagine e, inserendo il prompt “More natural sparkle green dress with a thin tip at the back”, otteniamo un risultato (Generazione n°9) coerente con un generico immaginario di Dea.

Generazione n°8

Generazione n°9

V – Hyperealistic image of a full-length young woman seen from the front in the hallway of a palace. The background is in shadow but the staircase leading to the upper floor can be glimpsed. The woman is dressed in an animalier dress inspired by a snake: elegant, long and tight-fitting, it is decorated with shimmering green scales and ends at the back with a thin tip symbolising the animal’s tail. From the neckline, a snake-body decoration winds and spirals around her neck, while the snake’s head nestles in her hair, decorating her hairstyle.

V – Hyperealistic image of a full-length young woman seen from the front in the hallway of a palace. The background is in shadow but the staircase leading to the upper floor can be glimpsed. The woman is dressed in an animalier dress inspired by a snake: elegant, long and tight-fitting, it is decorated with shimmering green scales and ends at the back with a thin tip symbolising the animal’s tail. From the neckline, a snake-body decoration winds and spirals around her neck, while the snake’s head nestles in her hair, decorating her hairstyle

A conclusione di questo interessante esperimento, che auspichiamo sia solo il primo di una serie, alcune considerazioni.

Il chiaro scopo di questa esperienza è l’analisi delle capacità degli strumenti di intelligenza artificiale generativa di tradurre in immagini testi che non fossero pensati in forma di prompt specifico per AI. In base ai risultati ottenuti, è evidente quanto questi strumenti, MidJourney nel caso particolare, non riescano ad intuire le sfumature del linguaggio, restituendo risultati sommari mediante la fredda analisi di alcune parole chiave estrapolate dal testo.

Risulta pertanto chiara la necessità di intervento da parte della componente umana, sia essa rappresentata dall’AI Artist o dal Prompt Engineer, che sappia utilizzare un linguaggio più affine alla macchina al fine di ottenere risultati pertinenti e soddisfacenti. Risultati peraltro non ottenuti immediatamente, ma mediante una serie di tentativi, rielaborazioni e correzioni di errori grossolani.

Ciò a confutazione dei maggiori timori che aleggiano da tempo attorno all’utilizzo dell’AI, in particolare modo in ambito creativo: questi tool non sostituiranno i creativi ma saranno validi strumenti da affiancare all’operato tradizionale per esplorare con curiosità nuove strade, raggiungendo risultati inediti.

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Vincenzo Pernice
Assegnista di ricerca, PNRR CHANGES Spoke 2 WP4

Dottore di ricerca in Visual and media studies, svolge Oltre le quinte: progettazione di uno storytelling multimediale per comunicare e valorizzare nuove esperienze performative e il patrimonio teatrale italiano.

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Giulia Rossi
Assegnista di ricerca, PNRR MUSA Spoke 5, WP 7

Di formazione multidisciplinare, la sua attività di ricerca si concentra sull'utilizzo delle tecnologie afferenti al Web 3.0 al servizio delle Humanities

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