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Introduzione all’eye tracking

In questo post presenteremo brevemente la tecnologia dell’eye tracking, fornendo una prima definizione di base, per poi introdurre i concetti di fixation point, heat map e infine indicare quali sono gli strumenti hardware necessari.

L’articolo si conclude con un video esemplificativo dell’applicazione degli strumenti di eye tracking in ambienti di realtà virtuale, così da anticipare i prossimi post sull’argomento dedicati all’utilizzo di questa tecnologia in contesti teatrali tradizionali e digitali.

Una definizione breve

Il monitoraggio dei movimenti oculari, chiamato comunemente eye tracking, è una tecnologia che registra e misura i movimenti degli occhi di una persona mentre osserva un monitor o un’area specifica dell’ambiente circostante. Questa tecnologia utilizza dispositivi ottici o sensori per localizzare i movimenti degli occhi e registrarli in tempo reale. Si tratta di un sistema che consente di esplorare e comprendere in modo approfondito come le persone interagiscono con il mondo visivo che li circonda.

L’eye tracking può essere utilizzato in una varietà di contesti, come la progettazione dell’interfaccia utente, la ricerca scientifica e la psicologia, consentendo di acquisire una maggiore comprensione della mente umana e dei suoi meccanismi.

Prima di addentrarsi in alcuni esempi di tracciamento oculare, è necessario fornire alcune definizioni preliminari, utili a una maggiore comprensione dell’argomento.

Concetti base: saccadi, fixation point, dwell time, heat map

Le saccadi (o movimenti saccadici) sono dei rapidi movimenti degli occhi tra vari punti di interesse. La vista è temporaneamente offuscata durante questi velocissimi spostamenti, che consentono di passare da un punto all’altro.

Il punto di fissazione o fixation point è invece un indicatore importante che mostra dove l’attenzione visiva di un individuo è concentrata in un determinato momento. Quando una persona fissa il proprio sguardo su un punto specifico, i suoi occhi rimangono leggermente immobili e si concentrano infatti su un’area specifica dell’immagine o dello schermo. Collegato al fixation point è il dwell time, ovvero il tempo in cui gli occhi di una persona rimangono fermi su un punto o area visiva specifica. In altre parole, è la durata della fissazione in millisecondi.

Nell’eye tracking una heat map, o mappa di calore, è una rappresentazione visiva dei dati raccolti durante una sessione di tracciamento oculare. Consente di visualizzare graficamente le aree su cui gli occhi di una persona si sono concentrati maggiormente durante l’osservazione di un’immagine, un’interfaccia utente o un’altra area visiva. Colori più caldi, come rosso o arancione, sono utilizzati per rappresentare le aree in cui gli occhi si sono fermati più a lungo o più frequentemente, mentre colori più freddi, come blu o verde, sono utilizzati per rappresentare le aree meno frequentate.

Dispositivi ed esempi di applicazione

Gli occhiali per eye tracking sono dispositivi indossabili progettati per monitorare e registrare i movimenti degli occhi di un individuo mentre guarda un’immagine, uno schermo o un ambiente visivo. I sensori di tracciamento degli occhi integrati in questi occhiali catturano i movimenti oculari in tempo reale e li inviano a un computer o a un dispositivo di registrazione per l’analisi. Grazie a questi dati, per esempio, è possibile produrre heat map.

Nel video seguente, realizzato da Biopac Systems, è possibile osservare un esempio di applicazione di eye tracking in un ambiente in realtà virtuale. La heat map consente di visualizzare in maniera rapida e intuitiva i punti dove lo sguardo dell’utente si è concentrato maggiormente:

Nell’ambito delle sperimentazioni in corso del progetto CHANGES, nei prossimi post vi presenteremo alcuni esempi e ipotesi relativi all’applicazione dell’eye tracking in ambito teatrale tradizionale e performativo digitale.

yasaman
Yasaman Farhangpour
Dottoranda in Scienze del patrimonio letterario, artistico e ambientale, PNRR CHANGES Spoke 2 WP4

Nata a Teheran, ha conseguito un primo dottorato a Firenze in Storia dell’arte. Attualmente svolge un progetto di ricerca dedicato all’applicazione delle tecnologie di eye tracking in contesti di spettacoli teatrali in realtà virtuale.

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