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Digital Shakespeare: alcune pratiche tra didattica e teatro

Per l’importanza che ricopre nel panorama teatrale e didattico, il mondo shakespeariano è diventato oggetto di diversi progetti digitali. Gli esempi di pratiche di digital storytelling risultano essere tanto molteplici e multiformi quanti sono gli obiettivi che questi racconti si prefiggono. In questo articolo, per restringere il campo, prenderemo in considerazione degli esempi che riguardano l’apprendimento e la promozione culturale.

Un apprendimento multicanale

È facile intuire le motivazioni della varietà e della quantità di materiali che sono stati prodotti in ambito didattico intorno a William Shakespeare, ma è interessante capire i contesti in cui queste risorse sono state sviluppate e i loro scopi. In primo luogo bisogna premettere che metodologie digitali, multicanali e intermediali risultano essere imprescindibili per ogni tipo di apprendimento. L’aspetto digitale è molto importante per varie ragioni: stimola la motivazione e l’interesse, favorisce la costruzione di collegamenti che possono valorizzare le conoscenze pregresse e l’esperienza diretta degli studenti. Inoltre un carattere immersivo e multisensoriale favorisce la memorizzazione oltre che l’inclusione.

Le varie proposte didattiche si possono dividere in progetti sviluppati da siti più o meno istituzionali, che hanno delle finalità strettamente didattiche come per esempio il British Council o la BBC, e piattaforme dove i materiali sono più eterogenei e dove la sezione didattica rappresenta soltanto una porzione del racconto dell’universo shakespeariano.

Attività tra testi e contesti

La BBC e il British Council sono due istituzioni ben riconoscibili, fondamentali per la diffusione della cultura inglese e questa caratteristica influisce anche sulla configurazione delle rispettive piattaforme digitali. Da una parte il British Council organizza i materiali in maniera molto strutturata, orientandoli verso un lavoro didattico in classe e autonomo con un basso livello di interattività, con esercizi che mimano quelli che si possono trovare sui libri cartacei (Fig. 1).

Figura 1: Esempio di esercizio interattivo proposto dal British Council.

La proposta didattica della BBC risponde invece a delle esigenze di apprendimento tenendo conto di una platea di utenti che è decisamente più ampia. In entrambi i casi i contenuti proposti hanno delle implicazioni diverse, che vanno ben oltre l’esercizio delle strutture grammaticali o l’assimilazione di nozioni. Si tiene infatti conto di un contesto e si approcciano i contenuti shakespeariani partendo da un punto di vista che non è quello testuale o letterario. Nel caso del racconto del British Council i testi shakespeariani vengono introdotti da un tema attuale e contemporaneo che può essere ritrovato nel dramma.

Per esempio la tragedia di Romeo and Juliet è incentrata sulla figura della protagonista, della quale si sottolineano tratti caratteriali considerati attuali come la determinazione e l’esuberanza, viene definita infatti “Feisty, funny and determined”. Questo stesso contenuto amplia lo storyworld perché diventa l’occasione per raccontare l’esperienza dell’interpretazione del personaggio di Juliet in Medio Oriente e le relative implicazioni sociali, soprattutto in merito all’empowerment femminile.

Figura 2: Esempio di video proposto dal British Council.

The Globe: Non solo promozione

Il digital storytelling dedicato al mondo shakespeariano proposto dal Globe non si limita a un elenco della programmazione degli spettacoli, ma insieme ai canali social rappresenta uno storyworld molto ricco che si rivolge a un pubblico variegato.

La sezione “Globe player” comprende le fotografie di scena, la storia delle rappresentazioni di un determinato testo e previa sottoscrizione si può accedere alle registrazioni integrali di molti spettacoli. Il testo letterario non sembra essere al centro del racconto, gli snodi principali della trama sono infatti spesso introdotti da figure professionali diverse quali l’assistant director.

Come negli esempi descritti nei paragrafi precedenti, l’approccio al mondo shakespeariano non può prescindere da un’aderenza al contesto e deve comprendere diversi modi di fruizione, che non siano solamente una rappresentazione strutturata su un palcoscenico. Nella sezione blog del Globe vengono raccolti alcuni lavori realizzati dai ragazzi durante le Summer schools. In una delle ultime edizioni, i partecipanti avevano adattato alcune opere di Shakespeare secondo una sensibilità soggettiva, connotando i testi originali con diverse implicazioni. Nel caso di King Lear Marcia Lopes Tavares fa riferimento al suo vissuto e dichiara che quindi il suo intento aveva un valore sociale: “I wanted to curate a piece that related to life experience where me and those of black background feel interpreted”.

Si possono ricavare alcune osservazioni. In primo luogo un racconto digitale permette di allargare lo storyworld integrando approcci, tecnologie e punti di vista che permettono una maggiore condivisione e diffusione dei contenuti. In secondo luogo uno storytelling digitale, anche di un soggetto molto conosciuto come Shakespeare, deve essere significativo per il fruitore e la sua esperienza, quindi deve essere flessibile a vari interpretazioni e contesti.

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Katia Bianco
Insegnante di italiano in L2 in contesti migratori e supporto alla didattica in varie discipline nella scuola secondaria superiore
Si occupa della valorizzazione e della comunicazione digitale di archivi istituzionali. Appassionata di lingue e di letteratura, ne esplora in maniera autonoma le potenzialità intermediali e transmediali.
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