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Come l’eye tracking svela aspetti nascosti delle arti visive

Matthew Attard, esperimento di eye tracking. Fonte: https://matthewattard.com/eye-tracking-experiments/

Negli ultimi anni, l’eye tracking ha rivoluzionato numerosi settori e l’arte non fa eccezione. Questa tecnologia emergente sta guadagnando un posto di rilievo, offrendo nuove prospettive e strumenti sia per gli artisti che per i ricercatori. Per gli artisti, in particolare, l’eye tracking offre nuove possibilità nella creazione e nell’interazione con le opere d’arte. In questo post presenteremo alcune delle modalità con cui questa tecnologia viene utilizzata in ambito creativo e scientifico.

Arte interattiva e generativa

Oggi gli artisti sono in grado di creare opere che reagiscano agli sguardi degli spettatori. Possono infatti utilizzare l’eye tracking per comprendere meglio come il pubblico dialoga con le loro opere. Analizzando i dati raccolti, è possibile per esempio ottenere insight su quali elementi catturano maggiormente l’attenzione e come il pubblico esplora visivamente schermi e installazioni.

Queste opere interattive non sono una novità assoluta. Già nel 2006 le Università di Bath e Boston lavoravano a un progetto molto simile di “pittura empatica”: se l’osservatore risultava arrabbiato, per esempio, i colori dell’opera d’arte digitale diventavano più scuri e lo stile ricordava quello di pennellate violente. “Il programma [sviluppato] analizza l’immagine di otto espressioni facciali, come la posizione e la forma della bocca, l’apertura degli occhi e l’angolo delle sopracciglia, per comprendere quale sia lo stato emotivo dello spettatore” spiegava John Collomosse. “Tutto ciò avviene in tempo reale, il che significa che al variare delle emozioni dello spettatore l’opera d’arte risponde di conseguenza”.

Maria Shugrina, University of Boston, prova il software di "pittura empatica" nel 2006. Fonte: John Collomosse, University of Bath

Alcuni artisti sperimentano l’uso dell’eye tracking per creare arte generativa. Ad esempio, i movimenti oculari dell’artista possono essere utilizzati per dare vita a forme e pattern unici su una tela digitale, trasformando il processo creativo in un dialogo tra uomo e macchina. Il maltese Matthew Attard ha recentemente presentato alla Biennale di Venezia del 2024 I Will Follow the Ship, un’installazione in cui i dati ottenuti tramite eye tracking sono diventati dei veri e propri disegni, in un cortocircuito metaforico tra graffiti storici navali e tecnologia digitale.

 
 
 
 
 
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Dall’esperienza estetica al restauro

Oltre alla creazione artistica, l’eye tracking risulta uno strumento molto efficace per la ricerca nel campo dell’arte, a cominciare dagli studi sull’esperienza estetica. In questo caso, i ricercatori possono utilizzare l’eye tracking per approfondire come le persone percepiscono e apprezzano l’arte. Analizzando i movimenti oculari, si ottengono dati oggettivi su come gli spettatori reagiscono a diverse opere e stili artistici.

L’eye tracking può inoltre coadiuvare la conservazione, aiutando i restauratori a capire meglio come gli osservatori interagiscono con le opere d’arte, identificando le aree di maggiore interesse e quindi di potenziale usura. Queste informazioni possono guidare gli sforzi di conservazione, assicurando che le parti più significative delle opere siano protette.

Non va infine trascurata la didattica. Nell’insegnamento dell’arte, l’eye tracking può essere utilizzato per analizzare e migliorare i metodi formativi. Gli educatori possono quindi  osservare come gli studenti esplorano visivamente le opere e adattare le loro tecniche di insegnamento per migliorare la comprensione e l’apprezzamento dell’arte.

Eye tracking in CHANGES: stay tuned!

In definitiva, l’eye tracking offre numerose possibilità sia agli artisti sia agli studiosi. Gli stessi ricercatori e dottorandi coinvolti nel progetto CHANGES stanno sperimentando con questa tecnologia, con l’obiettivo di tracciare i movimenti oculari degli spettatori di opere teatrali, senza dimenticare le applicazioni nell’ambito delle arti visive tradizionali come la pittura. Vi parleremo nei prossimi post dei nostri esperimenti in corso.

yasaman
Yasaman Farhangpour
Dottoranda in Scienze del patrimonio letterario, artistico e ambientale, PNRR CHANGES Spoke 2 WP4

Nata a Teheran, ha conseguito un primo dottorato a Firenze in Storia dell’arte. Attualmente svolge un progetto di ricerca dedicato all’applicazione delle tecnologie di eye tracking in contesti di spettacoli teatrali in realtà virtuale.

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